domenica 25 febbraio 2018

"Siamo forti solo se uniti, deboli se divisi" J.K. Rowling


Se indossi i pantaloni corti, la camicia verde e il fazzolettone o se stai in cerchio a cantare per una persona qualunque sei uno scout.
Ma chi ha mai provato questa esperienza sa che questo non basta.
Quando mi sento dire "siete tutti vestiti uguali, non riuscite a distinguervi" mi rendo conto che la maggior parte della gente non capisce realmente chi siamo.
Avete mai provato la sensazione di avere qualcosa in comune con una persona di cultura, lingua, sesso e razza diversa?
Ma non mi riferisco soltanto all'uniforme scout, bensì alla passione per lo scoutismo e per la natura, il rapporto che si crea fra le varie città, la voglia di divertirsi e di stare insieme.
Ogni quattro anni si svolge l'Eurocamp in qualche capitale dell'Europa.
Nel 2014 è stata organizzata a Roma; sapete che meraviglia vedere migliaia e migliaia di persone che coltivano e condividono la stessa passione? Bambini, ragazzi, perfino famiglie intere.
Questa foto è stata scattata dalla mia sezione, sezione scout di Gela Fabio Rampulla.
Guardate le varie bandiere che volano sulla punta di quel maestoso pennone.
Non mi vergogno di essere una scout perché insegnano dei valori che nessuno, nemmeno l'istruzione stessa, insegna.
Se tutti gli uomini fossero scout non ci sarebbero le guerre, non ci sarebbe distinzione di razza, sesso, religione e cultura.
Lo scout non giudica chi è diverso, perché sa che il primo ad essere diverso è lui.
Ma sapete una cosa? Preferisco essere una scout ed essere diversa che essere uguali a persone che riescono solo a puntare il dito contro l'altro.
Invito tutti quelli che stanno leggendo questo mio blog di cercare sempre persone con le vostre stesse passioni, che non vi giudicano o vi escludono, perché non c'è niente di più bello che avere qualcuno che capisca l'emozione che provate.
“E sappiate distinguere chi sa distinguervi da tutto il resto” Massimo Bisotti

giovedì 22 febbraio 2018

L'avventurosa vita di uno Scout.



"Adventures only happen to people who know how to tell them" è questa la frase di Jerome Bruner, il quale afferma che "le avventure accadono a chi sa raccontarle".
L’esperienze di carattere movimentato spaventano e allontanano le persone, sapete perché?
Semplice, perché non tutti sono per le avventure. 
Essendo una scout posso affermare di aver vissuto esperienze rocambolesche in mezzo alla natura.
Solo pochi sanno cosa vuol dire fare chilometri e chilometri ogni giorno con uno zaino pesantissimo che ti spacca la schiena.
Camminare verso l'ignoto, continuando a testa alta, poiché la forza e la voglia di giungere alla meta è più grande del desidero di arrendersi.
In pochi sanno cosa vuol dire condividere difficoltà e paura, aiutare chi fa più fatica dividendo il peso dello zaino e magari dividersi un panino quasi finito.
Non tutti sono per le avventure e non tutti sanno come ci si sente nel guardare un cielo pieno di stelle con il freddo che ti entra fin dentro le ossa.
Ogni giorno si finisce nel caldo e soffice sacco a pelo, consapevoli che la giornata è passata e altri ricordi meravigliosi si sono creati. 
Pochi conoscono la soddisfazione che si prova quando si arriva alla meta, nonostante le difficoltà trovate lungo il percorso, affrontate sempre sorridendo e cantando. 
Non tutti riescono a costruire una mensa o un'intera cucina con delle semplici castagnole, tirando i cordini talmente forte che ti spuntano le bruciature nelle mani. 
Ed infine, pochi conoscono il legame che si crea con i propri compagni di squadra ma, d'altronde, chi conosce queste storie non può che raccontarle.


Virginia Prodi.

Perché chi...

 Perché chi ha cantato a squarciagola attorno ad un fuoco. Chi mangiato dalla gavetta la pasta scotta. Chi ha recitato la preghiera della ...