giovedì 22 febbraio 2018

L'avventurosa vita di uno Scout.



"Adventures only happen to people who know how to tell them" è questa la frase di Jerome Bruner, il quale afferma che "le avventure accadono a chi sa raccontarle".
L’esperienze di carattere movimentato spaventano e allontanano le persone, sapete perché?
Semplice, perché non tutti sono per le avventure. 
Essendo una scout posso affermare di aver vissuto esperienze rocambolesche in mezzo alla natura.
Solo pochi sanno cosa vuol dire fare chilometri e chilometri ogni giorno con uno zaino pesantissimo che ti spacca la schiena.
Camminare verso l'ignoto, continuando a testa alta, poiché la forza e la voglia di giungere alla meta è più grande del desidero di arrendersi.
In pochi sanno cosa vuol dire condividere difficoltà e paura, aiutare chi fa più fatica dividendo il peso dello zaino e magari dividersi un panino quasi finito.
Non tutti sono per le avventure e non tutti sanno come ci si sente nel guardare un cielo pieno di stelle con il freddo che ti entra fin dentro le ossa.
Ogni giorno si finisce nel caldo e soffice sacco a pelo, consapevoli che la giornata è passata e altri ricordi meravigliosi si sono creati. 
Pochi conoscono la soddisfazione che si prova quando si arriva alla meta, nonostante le difficoltà trovate lungo il percorso, affrontate sempre sorridendo e cantando. 
Non tutti riescono a costruire una mensa o un'intera cucina con delle semplici castagnole, tirando i cordini talmente forte che ti spuntano le bruciature nelle mani. 
Ed infine, pochi conoscono il legame che si crea con i propri compagni di squadra ma, d'altronde, chi conosce queste storie non può che raccontarle.


Virginia Prodi.

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